Categorie
Firma Elettronica

Firma Elettronica e Marca Temporale

Firma digitale

La firma elettronica si classifica in 3 tipologie:

  • Firma elettronica semplice (FES)
  • Firma elettronica avanzata (FEA)
  • Firma elettronica qualificata (FEQ)

Il tutorial video visibile al link https://youtu.be/FroUXjpkVUw mostra il processo di firma e marcatura utilizzando la firma elettronica qualifica (FEQ).

Marca temporale

La marcatura temporale (time stamping) garantisce data e ora certi per un documento informatico al momento della sua apposizione.
La marca temporale consente di:

  • Certificare la data di esistenza di un documento digitale a valore legale
  • Estendere la validità di un documento oltre la data di scadenza
  • Essere a norma per la conservazione sostitutiva e fatturazione elettronica
  • Dare pieno valore legale ai tuoi documenti in tutta l’Unione Europea

Il tutorial video visibile al link https://youtu.be/FroUXjpkVUw mostra il processo di firma e marcatura temporale.

GoSign Desktop

GoSign Desktop è la soluzione gratuita più completa per la firma digitale e la marca temporale.
Permette di firmare in formato .pdf,.p7m o .xml e di verificare la validità di qualunque firma apposta sui documenti.

Il tutorial video visibile al link https://youtu.be/FroUXjpkVUw mostra il processo completo di firma e marcatura di un documento e la successiva verifica dello stesso.

Categorie
OS1

OS1 – Le Griglie

Le Griglie di OS1

Operando quotidianamente siamo spesso concentrati su scadenze, controlli e raggiungimento di obiettivi tanto, a volte, di dimenticare delle funzionalità di base presenti sul gestionale OS1.

Non stiamo parlando di una soluzione qualunque ma di un software gestionale professionale, destinato alle piccole e medie imprese (PMI) ma non solo, che si adatta alle necessità dell’artigiano come a quelle della grande azienda.

Il gestionale OS1 cresce nel tempo anche spinto dai feedback dei Clienti utilizzatori e dalle obiettive necessità che nascono nel vivo dell’utilizzo.

Una funzione interessante? E' presente sulle griglie.

Cliccando sul tasto hamburger presente nell’angolo superiore sinistro delle griglie si apre un pannello con una serie di voci di menu.

Griglia

Cosa ci permettono di fare

  • Esporta su excel: viene esportato l’intero contenuto della griglia direttamente in un file di Excel;
  • Copia in appunti: viene copiato in memoria (clipboard) l’intero contenuto della griglia per poter essere successivamente incollato in fogli di calcolo diversi da Excel;
  • Nascondi o scopri colonne…: permette di aggiungere o rimuovere colonne dati nella griglia;
  • Ripristina colonne predefinite: permette di eseguire un reset della normale visualizzazione della griglia;
Categorie
Novità Fiscali

Modelli Intrastat

Modelli Intrastat - Cosa sono e a cosa servono

I soggetti IVA che effettuano operazioni commerciali di scambio di beni o servizi con soggetti intracomunitari sono obbligati a compilare e inviare direttamente o tramite intermediario autorizzato il modello Intrastat all’Agenzia delle Dogane.

Quali operazioni vengono comunicate

  • le cessioni e gli acquisti intracomunitari dei beni;
  • i servizi erogati da soggetti passivi IVA italiani a soggetti passivi comunitari, che sono soggetti a tassa nel paese committente, in virtù del principio di territorialità (articolo 7-ter DPR n. 633/72);
  • i servizi ricevuti da soggetti passivi IVA stabiliti in Italia e tassabili in Italia in virtù del principio generale di territorialità;

Quando si presentano

I modelli vanno presentati con cadenza mensile, entro il 25 del mese successivo al mese di riferimento.

Elenco dei modelli Intrastat

INTRA 1: contiene l’elenco riepilogativo delle cessioni intracomunitarie di beni e servizi resi; è costituito dalle seguenti sezioni:

  • INTRA 1 bis: sezione 1. cessioni di beni registrate nel periodo;
  • INTRA 1 ter: sezione 2. rettifiche alle cessioni di beni relative a periodi precedenti;
  • INTRA 1 quater: sezione 3. servizi resi registrati nel periodo;
  • INTRA 1 quinquies: sezione 4. rettifiche ai servizi resi indicati in sezioni 3 di periodi precedenti;
  • INTRA 1 sexies: sezione 5. call of stock;

INTRA 2: elenco riepilogativo degli acquisti intracomunitari di beni e dei servizi ricevuti; è costituito dalle seguenti sezioni:

  • INTRA 2 bis: sezione 1. acquisti di beni registrati nel periodo;
  • INTRA 2 ter: sezione 2. rettifiche agli acquisti di beni relative a periodi precedenti;
  • INTRA 2 quater: sezione 3. servizi ricevuti registrati nel periodo;
  • INTRA 2 quinquies: sezione 4. rettifiche ai servizi ricevuti indicati in sezioni 3 di periodi precedenti;

Semplificazioni dal 1° gennaio 2022

INTRA 2 bis

Il modello non va più presentato trimestralmente e non sono più richiesti i dati relativi allo Stato e al codice IVA del fornitore né l’ammontare delle operazioni in valuta.

Obbligo di presentazione mensile solo quando il totale degli acquisti è uguale o maggiore a 350.000,00 Euro per almeno uno dei quattro trimestri precedenti

INTRA 2 quater

Il modello non va più presentato trimestralmente.

I committenti italiani devono segnalare, soltanto per finalità statistiche, gli elenchi riepilogativi delle prestazioni di servizi ricevuti quando il loro ammontare totale sia uguale o maggiore di 100.000 euro, con riferimento a periodi mensili, per almeno uno dei quattro trimestri precedenti.

Inoltre non sono più richiesti i seguenti dati:

  • IVA del fornitore;
  • totale delle operazioni in valuta;
  • modalità di erogazione;
  • modalità di incasso;
  • paese di pagamento.

INTRA 1 sexies - call-of-stock

Il call-of-stock è un particolare contratto, detto anche consignment stock, che viene utilizzato negli scambi intracomunitari per lo stoccaggio dei beni in un deposito che permette il differimento dell’adempimento IVA al momento in cui i beni escono dal deposito tramite il destinatario. In pratica con questa tipologia di contratto il venditore manda la merce ad un deposito a disposizione del cliente e la proprietà sulla merce spedita passa al cliente soltanto nel momento in cui questi preleva la merce dal deposito.

Per le operazioni di questo tipo, dal 1° gennaio 2022 è obbligatorio compilare la sezione 5 del Modello INTRA 1 dove vanno inserite le informazioni relative all’identità ed al numero di identificazione attribuito ai fini IVA al soggetto destinatario di beni oggetto di cessioni intracomunitarie.

Tabella “Natura della Transizione”

Altra novità in vigore dal 1° gennaio 2022 riguarda la compilazione del codice natura della transazione che è l’informazione che individua il motivo dello scambio (vendita, acquisto, restituzione, sdoganamento, garanzia, lavorazione conto terzi, eccetera). L’Agenzia delle Dogane ha pubblicato la nuova “Tabella Natura della Transizione” in cui ci sono due colonne, A e B, che identificano i dati da inserire. I soggetti che fanno trasferimenti intracomunitari che vanno oltre i 20 milioni di euro devono indicare anche i dati di dettaglio previsti nella seconda colonna della tabella (colonna B). 

Se la soglia dei 20 milioni di euro non viene superata, il soggetto può facoltativamente indicare la natura della transazione compilando solo di dati della “colonna A”, oppure indicando anche i dati della “colonna B”.

Categorie
Articoli Digital Transformation Internet Sicurezza informatica Smartworking

Always On e Business Continuity

Di cosa parliamo?

In questo articolo desidero parlare e mettere in evidenza un aspetto spesso e sovente tralasciato, se proprio non considerato, relativamente all’infrastruttura informatica aziendale.

Leggi l'articolo

Smart working e Diritto alla disconnessione

Proprio in questi giorni si torna a parlare di smart working e contestualmente al sacrosanto diritto alla disconnessione.

È corretto, se pur in forte ritardo, andare a normare l’argomento smart working che vedremo sempre più presente in modo diffuso a completare la classica offerta lavorativa in presenza presso una struttura.

Questo argomento apre la strada a molti aspetti ma qui desiderò concentrarmi su uno solo, che è quasi all’ordine del giorno per chi, come me, visita e supporta aziende dal punto di vista informatico.

Always on?

Quando si parla di smart working ricordiamoci che prima di tutto dobbiamo parlare non tanto di disconnessione ma di always on cioè avere infrastrutture informatiche e non solo in grado di essere in ogni momento operative e sicure 24 ore su 247 giorni su 7.

È vero che in Italia ancora oggi, a macchia di leopardo, paghiamo disservizi assurdi sulla rete Internet che risulta lenta, instabile ed in alcuni casi assente. Questo non significa e non giustifica non operare correttamente quando in azienda si deve pensare alla propria infrastruttura informatica.

Dal cablaggio strutturato alla totale e completa ridondanza dell’hardware che fa funzionare la rete aziendale, ogni aspetto deve essere curato in maniera maniacale, facendosi affiancare da professionisti che aiutino nel valutare, studiare e realizzare una rete che permetta di essere sempre operativi, sempre presenti e contestualmente avere connessioni sicure e dati salvati secondo le indicazioni dettate dal GDPR.

rete informatica

Ognuno ha il suo dovere

Se ognuno fa la propria parte correttamente probabilmente le cose possono cambiare.

Ogni azienda ha il dovere di considerare la propria rete informatica come un capitale da curare e manutenere, facendo i corretti investimenti per mantenerlo e farlo crescere.

Trasformiamo i Costi in Investimenti

Ogni Euro speso nella rete informatica deve diventare un Euro “investito” per garantire la stabilità e la crescita aziendale.

Attenzione, non dobbiamo solo fare i giusti acquisti; la corretta e costante manutenzione fanno si che un acquisto informatico diventi un investimento.

A volte basta davvero poco per partire con il piede giusto; se hai dubbi o domande siamo a disposizione per fare due chiacchiere.

A presto
Categorie
Internet Sicurezza informatica Web

HTTPS – Quando una S fa la differenza

Vi è mai capitato

Vi è mai capitato, navigando su Internet, di accedere a Siti che non presentano alla sinistra dell’indirizzo il simbolo del lucchetto?

In certi casi, utilizzando alcuni browser, l’accesso a questi Siti viene negato in prima battuta e viene chiesta ulteriore conferma per poter proseguire ed accedere.

Il lucchetto in questione è presente quando il Sito Internet è accessibile tramite protocollo HTTPS.

Esempio Browser

In origine HTTP

Inizialmente il traffico dati sul World Wide Web (www) veniva gestito apertamente, tramite il protocollo HTTP “Hypertext Transfer Protocol”.
Il protocollo HTTP media in chiaro la comunicazione dei dati (su porta 80) tra il browser utilizzato ed il server web su cui è presente il Sito che navighiamo; ne deriva che i dati scambiati in chiaro sono facilmente attaccabili, “hackerabili”.

Che cos’è HTTPS?

Il protocollo HTTPS “Hypertext Transfer Protocol Secure” offre un doppio servizio:

  • Lo scambio dati tra il browser ed il server web è crittografato (su porta 443) quindi non leggibile da hacker
  • Il server web viene autenticato inviando, all’inizio della comunicazione, un certificato al browser, che certifica l’affidabilità del dominio.

Perché è importante la crittografia HTTPS

HTTPS è uno standard di sicurezza. Come accennato, i siti web senza HTTPS sono segnalati negativamente o addirittura bloccati dagli attuali browser. HTTPS, inoltre, è molto probabile che abbia un effetto positivo sul ranking di Google.

Il regolamento generale europeo sulla protezione dei dati (GDPR) stabilisce che i Siti web debbano essere aggiornati in termini di sicurezza, il che attualmente significa HTTPS.

Cosa fare?

Se il Vostro Sito non utilizza ancora il protocollo HTTPS procedete subito per attivarlo. Avrete la garanzia di restare presenti sul World Wide Web (www) e darete la garanzia a chi navigherà sul Vostro Sito che è un luogo sicuro e che rispetta gli standard attualmente disponibili.
L’attivazione del protocollo HTTPS avviene tramite attivazione di un certificato SSL rilasciato da appositi Enti Certificatori e che può essere di vario tipo:

  • DV (Domain Validation) per validare unicamente il dominio
  • OV (Organization Validation) per validare il dominio eseguendo la validazione dell’azienda a cui fa capo il dominio
  • Wildcard per validare il dominio e tutti i terzi livelli eseguendo la validazione dell’azienda a cui fa capo il dominio

La scelta del tipo di certificato SSL viene valutata in base al contenuto e alle funzionalità del Sito per cui viene attivato.

L’Ente Certificatore per poter rilasciare il certificato SSL esegue una serie di verifiche sempre più approfondite in base al tipo di certificato che dovrà rilasciare.
Ad esempio, nel caso di certificazione di dominio e Azienda, l’Ente Certificatore eseguirà anche una ricerca dei contatti telefonici pubblici dell’azienda stessa e contatterà un responsabile dell’azienda, preventivamente registrato in fase di richiesta del certificato, al fine di avere completa garanzia dell’autenticità del soggetto richiedente.